EVENTI
Descrizione
Il Vajont di tutti. Riflessi di speranza
Semplicemente un gesto…offrire il nostro mestiere.
Mercoledì 7 settembre alle 20:30, in collaborazione con InCima e il patrocinio della Città di Campobasso, racconteremo una storia che ancor di più oggi è la storia di tutti.
L’intero incasso(offerta libera all’ingresso) verrà devoluto alle popolazioni terremotate attraverso la collaborazione di Pino Ciociola, corrispondente nelle zone del sisma per il giornale “Avvenire”, il quale rilascerà ai presenti la sua testimonianza.
Un ponte che unisce due regioni, il Friuli Venezia Giulia e il Molise, che mette in risalto il dolore di due popolazioni ma anche la grande forza d’animo di due comunità che nel momento più buio, più doloroso, sono riuscite a ritrovare forza e determinazione e a prendere a “schiaffi” un destino davvero beffardo. Potrebbe essere sintetizzata così la motivazione che ha spinto l’attore, regista e cantante Andrea Ortis, per tre quarti friulano e per un quarto molisano come lui stesso si è definito, a scrivere la commedia musicale prodotta dall’associazione Ouverture di Ripalimosani ed intitolata “Il Vajont di tutti” da Longarone a San Giuliano di Puglia, riflessi di speranza”.
“Analizzando attentamente una storia della mia terra d’origine ho compreso quanto di quella tragedia possa essere ritrovato in altre sciagure simili italiane, di quanti e quali danni perpetui e permanenti abbia lasciato nella popolazione locale. Punti in comune che valicano la linea temporale e che vanno ad accomunarsi ad esempio al dramma del 2002 di San Giuliano di Puglia. Approfondendo le varie tematiche legate al Vajont ho potuto verificare empiricamente sia gli aspetti più negativi di simili episodi sia quelli positivi quali quella linea sottile di speranza che ha permesso a tanta gente di avere la forza di cambiare vita, di continuare a vivere malgrado tutto e di scrollarsi di dosso quella disgrazia piovuta dal cielo sulle loro spalle. Dal dolore più profondo, dalla catastrofe più totale, dunque, nasce sempre una marcata linea di speranza che sottolinea la grande umanità di un popolo, quello italiano, che quando viene chiamato in causa per aiutare da sempre il meglio di se – ha spiegato Andrea Ortis -”.
La rappresentazione, scritta sotto forma di commedia musicale, va letta su tre piani e tre visioni temporali: la prima quella del presente che vedrà come protagonista un narratore che racconterà gli accadimenti storici dell’Italia tra gli anni ’30 e ’60; la seconda quella storica ambientata nel passato che vedrà sul palco due protagonisti, il progettista della diga del Vajont e la giornalista che condusse un’inchiesta sulla struttura; la terza ed ultima il piano interpretativo costruito attorno alle composizioni musicali che accompagneranno e sottolineeranno tutto l’arco della commedia strutturata in due atti di circa 60 minuti l’uno.